Uno degli spettacoli più poetici, umani e delicati di Giorgio Strehler: è L’anima buona di Sezuan di Bertolt Brecht, che il regista porta in scena per quattro volte, tra il 1958 e il 1996.
Sono quasi quarant’anni nei quali Strehler non smetterà di porsi le domande alla base del testo brechtiano: si può essere buoni al mondo? Come possiamo governare la nostra doppia natura, capace di fare il bene, ma anche di operare il male?